Ysabel dehais
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  • Biografia
Il duo MaDe formato da Diana Magri (psicoterapeuta, arte-terapeuta, danzatrice, performer) e Ysabel Dehais, si radica in una collaborazione nell’ambito dell’arte terapia formalizzata come associazione dema e dal 2017 sviluppa un lavoro di  ricerca artistica  intorno al corpo e le sue relazioni in una serie di dialoghi con spazi semi selvatici.  Luoghi vivi di tracce di genius loci affiorante, contenitori e guida del processo di presenza e ascolto, questi spazi fanno parte  della  “mise en condition” per l’incontro tra il corpo che vede e il corpo che danza, dove il video catturato diventa la soglia. L’utilizzo di un semplice  dispositivo cellulare  s’interpone nella relazione performativa con un occhio tecnologico minimizzato e leggero.  La camera del telefono diventa il terzo soggetto animato del  movimento circolare fra la presenza di un femminile visibile e la presenza di un femminile invisible.
La ricerca sul femminile s'intreccia alla relazione intergenerazionale, con l'intento di de-oggettificare queste entità, ovvero farle emergere dal loro piano sociale stereotipato, per restituire valore all'individualità dell’essere.
Se il proprio corpo, per l'antropologo Mauss, è 'Il più naturale oggetto tecnico e allo stesso tempo mezzo tecnico dell’uomo’, nel lavoro del duo MaDe il corpo diventa esattamente strumento soggettivo di tecnica, ovvero di generazione della relazione e dell’esperienza.
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Thanatos ed Eros  #6   2018  Procida
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Thanatos ed Eros  #7   2018  Procida
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Thanatos ed Eros  #10   2018  Procida

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Thanatos ed Eros

‘Se il primo anno il nostro lavoro si è concentrato nel giardino della villa esplorando diverse tematiche, quest’anno è stata proprio l’isola a chiamarci a modo suo attraverso segnali tanto chiari quanto sorprendenti. La villa è rimasta il nostro centro diventando anche il luogo del Mezzogiorno nel nostro percorso, situata nella verticalità geografica dell’isola, che abbiamo percorso invece sul suo decumano al livello del mare nelle ore di inizio e fine giornata. Non c’era nessun programma se non un ascolto vivo della nostra relazione con lo spazio che immancabilmente si rivelava attraverso “la magia delle cose e del mondo reale” per riprendere le parole dell’architetto Peter Zumthor, il quale parla anche di ”anatomia del luogo” nel suo saggio Atmosfere. Ma se lui si avvicina al mondo per creare spazi abitabili, noi ci facciamo portare per costruire uno spazio interiore il quale sprigiona senso e poesia. E’ così che il Genius Loci di Procida ha voluto essere conosciuto da noi in quei giorni. Il lavoro intorno al Genius loci non mi è nuovo in quanto è spesso al centro della mia ricerca artistica ormai da decenni, ma la nostra collaborazione ha voluto quest’anno che la danza di Diana sia stata a centrare il contatto con il luogo aprendo un'altra modalità. Inoltre, per questo motivo le immagini di Thanatos e Eros sono state per la maggiore parte estrapolate da video. A guidare Diana nel suo movimento è stato la musica della sua relazione con Procida nata nella sua infanzia e ancora oggi viva tra memoria e sensi, congiunta al nostro desiderio di esplorazione su diversi piani (sensoriale, immaginativo, culturale, ludico, onirico), nucleo della nostra collaborazione creativa alla ricerca della de-oggettificazione affermando la forza e ricchezza della singolarità dell’individuo.

 Il tutto ha avuto inizio al tramonto dopo un lungo bagno nell’acqua dorata pomeridiana della spiaggia Cala del vecchio pozzo, con l’incontro di una lucertola morta alle porte del cimitero situato ad ovest dell’isola…’
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